Nel centro di Milano un’agenzia immobiliare che porta il nome di una delle vie più famose: Via della Spiga nota per la sua eleganza e i suoi edifici di lusso.
Oggi vogliamo raccontarvi la storia di Via della Spiga, perché questa piccola strada pedonale, nel centro di Milano, si è trasformata negli anni, anticipando le mode e i sentimenti della società e accogliendo alcuni degli spiriti più innovatori della cultura italiana.
Sulle origini del nome Via della Spiga esistono versioni storiche differenti. Per alcuni Spiga deriva dal nome della famiglia Spighi, contemporanea dell’ultimo duca Francesco II Sforza. Per altri si deve a una lapide, perduta durante la ricostruzione, presente nel convento delle Orsoline di Santo dove era incisa la parola spica, anagramma di pacis.
Nell’Ottocento, dietro le quinte della vita delle famiglie borghesi del centro di Milano, tra le piccole botteghe, i laboratori, i magazzini e le locande di Via della Spiga, cresce un sentimento di ribellione nei confronti del dominio austriaco e al n° 30 – nell’attuale Palazzo Garzanti – Cesare Correnti detta il Manifesto delle Cinque Giornate, l’insurrezione del 1848 che dà il via alla Prima Guerra d’Indipendenza italiana.
Al Caffè Merlo, nel 1861, si danno appuntamento gli artisti scapigliati Iginio Ugo Tarchetti, Arrigo Boito, Cletto Arrighi, Emilio Praga e Carlo Pisani Dossi, con il preciso intento di promuovere un’arte indipendente, più intima e immediata.
Il fermento artistico al Caffè Merlo rimane vivo fino alla Seconda Guerra Mondiale quando molti dei palazzi vengono danneggiati dai bombardamenti. Tra questi anche Palazzo Garzanti che dopo la guerra viene ricostruito secondo un progetto di Gio Ponti e poi acquistato dall’editore milanese Livio Garzanti che lo rende la sede della sua casa editrice. Raccolta l’eredità del padre, Livio è uno degli editori più illuminati del Novecento, a lui si deve la scoperta di Pier Paolo Pasolini, Emilio Gadda e Paolo Volponi.
Negli anni Cinquanta, accanto alle scoperte letterarie di Garzanti, in Via Della Spiga aprono gallerie e studi d’arte, come la Galleria Spiga dove nel 1947 avviene il battesimo del Fronte Nuovo delle Arti che ha segnato il panorama artistico di Milano con Renato Guttuso ed Emilio Vedova.
Con l’arrivo degli anni Sessanta Via della Spiga inizia un’altra trasformazione, che la porterà a essere ciò che è oggi, la via simbolo del centro di Milano. A dare il là è Nuccia Fattori: al n° 8 apre la boutique Cose, un negozio controcorrente che propone tendenze etniche e stilistiche varie. Nuccia lancia l’antimoda milanese: contrapposta all’alta sartoria di Roma e in linea con quello che accade all’estero, diventa subito una mania. Inizia l’era del prêt-à-porter.
Nel 1970 Giovina Moretti apre la sua prima boutique ottenendo l’attenzione di tutti e il suo successo richiama altri stilisti: Krizia, Versace e Ferrè. Da quel momento e ancora oggi nomi sempre più importanti della moda scelgono Via della Spiga.